L’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini a Geotermianews: il futuro energetico della Toscana è già delineato

L’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini a Geotermianews: il futuro energetico della Toscana è già delineato

L'Assessore all’ambiente della regione Toscana, Anna Rita Bramerini: "Laddove il Governo nazionale prevede il 25% di energia elettrica da rinnovabili ed il 25% da nucleare, noi prevediamo il 50% di energia elettrica da rinnovabili."

Geotermia News
Redazione
2010-09-30

Il settore energetico e della relativa pianificazione è giunto alla fase decisiva per impostare le strategie necessarie al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto e della direttiva europea per contrastare i cambiamenti climatici, nota come 20-20-20. La Toscana grazie alla geotermia e alle linee descritte dal Pier è già sulla buona strada per poter fare la propria parte, ma non sono favorevoli le condizioni al contorno. Ne abbiamo parlato con l’Assessore all’ambiente della regione Toscana, Anna Rita Bramerini.

Il Ministero dello Sviluppo, per conto del Governo, ha inviato alla commissione, come previsto dalla direttiva 2009/28/CE, il Piano d'Azione sulle Energie Rinnovabili; a suo giudizio si può considerare un buon piano?
<<Nel redigere il Piano d'Azione sulle FER (fonti di energia rinnovabile n.d.r.) il Ministero dello Sviluppo Economico ha potuto contare sulle ottime performance ottenute da molte regioni italiane, tra cui la Toscana. Ma non vi è stata alcuna concertazione in materia e, soprattutto, il Piano si inserisce in un contesto che sembra voltare le spalle alla lotta ai cambiamenti climatici. Si pensi alla manovra recente, che ha tolto certezza ai certificati verdi e, soprattutto, al mancato rinnovo della detrazione del 55%.>>
La regione Toscana, come le altre, sarà chiamata a dare il suo contributo per rendere operativo il Piano, il cosiddetto burden sharing, si sa già come sarà articolato?
<<La mancanza del Ministro dello Sviluppo Economico non è indolore. Anche e soprattutto in materia di energia manca una guida precisa e, soprattutto, manca l'impegno al confronto con le Regioni. Non sappiamo niente del burden sharing né qualcuno ci ha coinvolti. Ma come regioni sapremo fare la nostra parte. Alla fine il burden sharing verrà attuato, i target verranno rispettati e mancheranno le linee di trasporto dell'energia elettrica. Insomma, tutto quello che è di competenza statale non verrà fatto.>>
Sulla base del Pier e del Piano di azione nazionale sulle rinnovabili cosa prevede il futuro energetico della Toscana?
<<Il futuro energetico della Toscana è già delineato. Per farmi capire bene le dirò che laddove il Governo nazionale prevede il 25% di energia elettrica da rinnovabili ed il 25% da nucleare, noi prevediamo il 50% di energia elettrica da rinnovabili. Non solo la logica, ma anche il tempo ci darà ragione. L'altro 50% sarà ancora degli idrocarburi, che nel nostro casi signfica gas metano. Mentre saremo, come tutti, più indietro sulla produzione da rinnovabili dell'energia termica.>>
Per quanto riguarda in particolare la geotermia, i risultati dello studio epidemiologico sulle popolazioni delle aree interessate dallo sfruttamento di questa fonte energetica che restituiscono una situazione della salute paragonabile al resto della regione, aprono scenari di un maggior contributo della geotermia agli obiettivi nazionali?

Ci sarà spazio anche per un maggior uso diretto del vapore geotermico?

<<Rispondo volentieri a questa domanda, perché mi permette di chiarire alcune cose.

Rispondo prima alla seconda domanda. Se è rivolta a conoscere se intendiamo sviluppare i teleriscaldamenti, la risposta è sì. La scommessa invece, che tuttavia richiede una profonda analisi sia tecnica sia economica, è quella di portare i teleriscaldamenti alimentati da vapore o acque geotermiche fuori dalle aree geotermiche. Passare, cioè, da 42.000 abitanti a 100.000 o 200.000.

Veniamo alla prima domanda. Lo studio epidemiologico condotto su tutta l'area geotermica ci conforta sul fatto che non si riscontrano prove tali da far ipotizzare una relazione tra coltivazione geotermica e salute. So bene quali saranno le reazioni di chi è contro la geotermia. Ma non è gettando fango sull'Assessore di turno o delegittimando chi studia queste cose che si prende ragione. Le cose stanno così e prova ne è che laddove l'attività geotermoelettrica è presente da sempre, come a Larderello ed a Travale, è maggiormente concentrata e maggiori sono le emissioni totali soprattutto di mercurio e acido solfidrico (per quanto ridotte fortemente dal 2000 ad oggi) il contesto epidemiologico è migliore che sull'Amiata. Non ci vuole molto a capire che l'attività mineraria del passato sta segnando ancora la salute di quelle popolazioni, assieme a fattori propri delle aree montane. Allo stesso tempo sono maggiori i riscontri a livello scientifico rivolti ad escludere l'interazione tra falda acquifera superficiale e bacino geotermico, rispetto a quelli a favore della tesi di Borgia.

E, sinceramente, tutti questi studiosi internazionali che la pensano come lui non si sono visti!

Ma il nostro compito non è attribuire la ragione a Tizio od a Caio, è invece quello di approfondire sempre più le conoscenze per assicurare uno svolgimento sostenibile, dell'attività geotermoelettrica come di qualsiasi altra attività industriale impattante. In questo senso il nostro primo obiettivo è la chiusura di PC2, al fine di migliorare ancora la qualità dell'aria. Il passo successivo sarà quello di avviare un dibattito pubblico per capire come la centrale di Bagnore 4 potrà collocarsi in quella zona e con quali benefici per il territorio e le popolazioni che vi abitano, sempre a condizione che sia assicurata la tutela ambientale.

Parte dei Comuni del Distretto delle Energie Rinnovabili stanno aderendo al Patto dei Sindaci, all'interno del quale sono presenti, come > strutture di supporto accreditate, anche alcune Regioni (Abruzzo e > Piemonte). Potrà essere questo strumento un valido contributo alle rinnovabili anche in Toscana?
<<Tutto ciò che sensibilizza nella lotta ai cambiamenti climatici è importante. Quella del Patto dei Sindaci è una buonissima iniziativa che intendiamo sostenere. Ma, attenzione, non bisogna innamorarci troppo delle formule. I cambiamenti climatici ci sono già. I Comuni devono imparare, come noi, a tenerne conto ed a favorire lo sviluppo delle rinnovabili senza compromettere il proprio territorio. Anche questo comporta un "patto" ma con la natura ed i suoi effetti.>>

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