Geotermia e Territorio: I paesaggi della geotermia

Geotermia e Territorio: I paesaggi della geotermia

Sergio Chiacchella, Direttore Generale di CoSviG: "È difficile immaginare queste terre come sarebbero oggi senza l’opera dell’uomo che ha piegato al proprio volere le forze naturali in vallate che sono state non sempre così dolci e accoglienti"

Quale sarà il futuro modello di sviluppo socio-economico e territoriale delle aree geotermiche? Nel numero di Giugno di QualEnergia, il Direttore Generale di CoSviG, Sergio Chiacchella, prova a rispondere a questa domanda.

QualEnergia
Sergio Chiacchella, Direttore Generale CoSviG
2016-08-05

I territori della geotermia in Toscana possono raccontare in modo esemplare un modello di sviluppo socio-economico-culturale-ambientale che fin da epoche storiche lontanissime si è dimostrato peculiare. Ancora oggi in questa parte di Toscana -che va dalla Val di Cecina per arrivare alla pendici dell’Amiata- memoria millenaria, qualità della vita, bellezze del patrimonio storico-paesaggistico, risorse naturali preziose dalle viscere e sulla superficie, patrimonio di conoscenze e di esperienze costituiscono un unicum che merita di essere raccontato a chi non ha ancora avuto l’occasione di viverlo.
Sullo sfondo di una storia in buona parte condivisa, prima etrusca e poi medievale fino alle epoche più recenti, questa Toscana strizza l'occhio al frequentatore sensibile che ritrova nei tratti architettonici dei borghi così ben conservati un’armonia mirabile con il paesaggio circostante, fatto di colline verdi e valli variegate punteggiate da poderi, pievi e sbuffi di vapore. Solo un amore profondo degli abitanti che si sono succeduti nei secoli poteva assicurare tanto equilibrio.
Si tratta di un’area policroma i cui territori sono legati dal fil rouge delle risorse del sottosuolo (prima una storia di miniere, poi la geotermia). Quel sottosuolo che ha interagito e caratterizzato, plasmandola, la superficie in modo mirabile; da queste viscere sono da sempre emerse risorse che hanno costituito un formidabile veicolo per lo sviluppo di questi territori e che possono ancora fungere da attrattore per investimenti futuri.
Un sistema dove l'energia umana e geologica insieme, muovono persone e territori differenti eppure simili tra loro. Energia quindi. Energia dal sottosuolo; naturale e potente, ma anche difficile a talvolta ostile. Energia umana; creativa ed altrettanto formidabile, quando utilizzata per coinvolgere, innovare e lavorare.
Un Laboratorio vivente a cielo aperto, dove la continua ricerca del giusto equilibrio tra risorse naturali, innovazione, tecnologia ed eredità storiche e paesaggistiche ha guidato gli sforzi delle comunità locali. Se si potesse guidare un viaggiatore in un percorso immaginario attraverso le vie della geotermia, dall'Amiata alla Valdicecina, dalle Colline Metallifere fino alla Val d’Elsa, si svelerebbe una Toscana bella ma diversa dai soliti stereotipi. Il cuore caldo di una terra che è ancora capace di stupire con i suoi paesaggi densi di così tante storie e contraddizioni. Non si può fare a meno di pensare che quello stupore e il fascino che ne scaturiscono sono fortemente legati alla complessità racchiusa in quel paesaggio, mai scontato.
Per chi vive queste terre tutti giorni, lo sforzo vero è quello di continuare ad attraversare la Toscana dei percorsi lenti conservando lo stesso sguardo di un viaggiatore di antica memoria quando scopriva e si innamorava di un luogo. Ma lo sguardo non si accontenta di ciò che ha visto la prima volta, perché vuole conoscere e vivere questi territori. E se le risorse del sottosuolo sono da sempre state protagoniste di questa storia, è difficile pensare a questi paesaggi privandoli di un tale elemento così fortemente identitario.
È difficile infatti immaginare queste terre come sarebbero oggi senza l’opera dell’uomo che ha piegato al proprio volere le forze naturali in vallate che sono state non sempre così dolci e accoglienti. L’intervento umano ha modificato, plagiato e sottomesso talvolta le risorse naturali. Questo paesaggio è il prodotto dalla millenaria trasformazione umana per rendere il territorio più idoneo alle esigenze delle comunità che lo hanno abitato.
Non è facile immaginare come sarebbero oggi questi territori senza la coltivazione geotermica di tipo industriale, ma forse è più interessante immaginare come questi paesaggi potranno diventare, senza rincorrere l’utopia di irrigidire tutto nello spazio di una cartolina riservata a pochi.


Sergio Chiacchella
Direttore Generale CoSviG

 

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