Approfondimento dello studio epidemiologico sull’Amiata: ce ne parla Francesco Cipriani

Il Direttore dell’Osservatorio di Epidemiologia dell’Ars della Toscana spiega il progetto dello studio per approfondire i casi critici rilevati tra la popolazione amiatina.

Geotermia News
Redazione
2011-05-26

Il Direttore dell’Osservatorio di Epidemiologia dell’Ars della Toscana spiega il progetto dello studio per approfondire i casi critici rilevati tra la popolazione amiatina.

Gli impegni presi dalla Regione Toscana in occasione della presentazione delle conclusioni dello studio epidemiologico delle popolazioni che vivono nei territori geotermici si stanno concretizzando.

L’assessore all’Ambiente Anna Rita Bramerini ha, infatti, messo a disposizione e trasferito le risorse all’assessorato alla Sanità che coordinerà i prossimi interventi.

Intanto circa 90mila euro sono già stati impegnati per le 3 Asl (Pisa, Siena e Grosseto) per interventi di mitigazione dei problemi sanitari rilevati in eccesso dallo studio così come raccomandato dalle conclusioni di ARS, e saranno impiegati per attività di prevenzione gestite direttamente dalle direzioni sanitarie (potenziamento della diagnosi precoce del tumore del colon-retto e dello stomaco, prevenzione dei danni da alcol e da fumo di sigarette).

Gli altri 60mila euro verranno impiegati per approfondire lo studio, in particolare sul territorio dell’area dell’amiata, riguardo ad alcuni eccessi di patologie respiratorie e di problemi genitourinari .

«Vogliamo capire meglio perché si verificano questi eccessi» ci ha spiegato Francesco Cipriani Coordinatore dell’Osservatorio di Epidemiologia di Ars.

«Quindi- ha continuato- andremo a riguardare le cartelle cliniche dei casi in cui si sono rilevate queste patologie sull’amiata senese e, con l’aiuto dei medici di base, ricostruiremo il quadro sanitario e la storia individuale di questi soggetti».

Questa fase di approfondimento sarà condotta nell’area senese e in quella grossetana, con la regia delle Società della Salute delle rispettive zone, e con la collaborazione dei medici di base, delle Asl, dell’Ars e del CNR.

«Cercheremo se esistono dei minimi comuni denominatori tra le storie dei soggetti affetti da queste patologie- ci ha detto Cipriani- per capire meglio gli eccessi rilevati. Faremo anche una verifica sulle modalità di codifica delle patologie.

Cercheremo poi - e qui sarà fondamentale il ruolo dei medici di base - di ricostruire alcune storie cliniche individuali e le abitudini di vita del passato delle persone affette dalle patologie risultate in eccesso».

Il progetto prevede anche un ulteriore approfondimento con gli archivi sanitari già utilizzati per lo studio epidemiologico sui dati di mortalità e di ricovero ospedaliero.

«Andremo a ricalcolare la frequenza – ci ha spiegato il Coordinatore dell’Osservatorio di Epidemiologia- introducendo l’indice di deprivazione, per vedere se cambia qualcosa rispetto ai precedenti risultati. E’ un indicatore, questo, che aggrega dati di disagio economico e sociale che potrebbero influenzare lo stato di salute delle popolazioni. Cercheremo inoltre di effettuare un’analisi più dettagliata per classe di età, ovvero distinguendo i casi in eccesso rilevati nei giovani e nei più anziani.

In pratica verrà ampliato e completato lo studio, includendo anche quegli aspetti la cui analisi necessita della stretta collaborazione di coloro che operano sul territorio.

Un’ altra area di approfondimento potrebbe riguardare la conoscenza degli stili di vita di campioni di popolazione, per verificare meglio l’ipotesi che era stata ventilata nelle conclusioni dello studio epidemiologico. Cioè che alcuni eccessi di patologie riscontrati potrebbero essere attribuibili a questo fattore.

«Questa ulteriore valutazione - ha detto Cipriani- dovrebbe riguardare le abitudini di vita soprattutto del passato e – se possibile – in territori con e senza attività geotermica. Definiremo a quale livello di approfondimento ci permetteranno di giungere le risorse disponibili».

«La nostra intenzione- ha aggiunto Cipriani- è anche quella di rivalutare, per farne un aggiornamento, alcuni studi svolti in passato dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’ISPO sulla presenza di mercurio e arsenico nell’acqua e negli alimenti e sulla frequenza di alcuni tumori».

Dati interessanti, infine, potranno essere quelli derivanti dallo studio condotto dal ricercatore americano Michael Bates sugli effetti sulla salute per la popolazione esposta a idrogeno solforato, che dopo aver svolto un’indagine in una zona della Nuova Zelanda (Rotorua) in cui erano presenti alte concentrazioni di questa sostanza, ha ampliato lo studio ad un’area con esposizione della popolazione a basse dosi. Una situazione che è quindi interessante anche per l’Amiata, dove i livelli di esposizione sono, infatti, bassi.

«Abbiamo avuto contatti preliminari con Bates e adesso lo vorremmo invitare ad una collaborazione anche per un confronto sui risultati di questo suo studio che possono essere per noi importanti per fare stime migliori sui nostri territori degli eventuali effetti dell’esposizione cronica a basse dosi».

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