Seminario "L'Aquila rinasce dalle macerie":Trasformare le macerie da ostacoli a risorse per la ricostruzione

L’Aquila, 1 dic - Si è tenuto oggi, presso la Sala Conferenze Carispaq del Centro Direzionale Strinella 88 il seminario “L’Aquila rinasce dalle macerie – Riciclo e rinnovabili: la ricostruzione come opportunità ambientale”, organizzato dal Comune dell’Aquila e dal quotidiano on line “Rinnovabili.it”, una testata giornalistica nata nel 2006 con la mission di esplorare e monitorare l’universo delle energie rinnovabili, del risparmio energetico e della sostenibilità ambientale.

Ilcapoluogo.com
Maria Chiara Zilli
2009-11-30

Il seminario –focalizzato sui temi della ricostruzione e delle macerie e sulle loro reciproche relazioni – si è sviluppato intorno al nucleo della possibilità di trasformare le macerie da ostacoli alla ricostruzione e alla rinascita ad opportunità e risorse. Attualmente esistono infatti tecnologie che consentono di recuperare porzioni notevoli di detriti edilizi ed utilizzarli, attraverso specifiche lavorazioni, per costruire più del 40% di nuovi edifici ed infrastrutture.
Nel corso dell’incontro i relatori hanno cercato di tracciare un vero e proprio percorso scientifico e concreto verso una ricostruzione sostenibile, fornendo contributi diversi ma tutti accomunati dal richiamo al rispetto dell’ambiente e dall’invito a prendere atto delle potenzialità di quest’ultimo, senza schiacciarlo e sfruttarlo eccessivamente o senza criterio.
L’intero seminario si è sviluppato sul duplice piano del rispetto dell’ambiente e del rilancio dell’economia del territorio; la possibilità di riciclare e riutilizzare le macerie, infatti, oltre a rappresentare un atto di responsabilità nei confronti del territorio, ne favorisce anche l’economia. Se, da un lato, il riuso delle macerie è una grande conquista ambientale - stimabile in termini di energia risparmiata, discariche e cave inutilizzate ed emissioni evitate nell’ambito del metodo LCA (Life Cycle Assessment – Valutazione dell’intero ciclo di vita dei materiali edili) – dall’altro, genera un notevole risparmio economico e favorisce lo sviluppo di nuovi indotti e nuovi posti di lavoro.
“La sostenibilità è la vera modalità che favorisce lo sviluppo” ha esordito il Direttore Generale della Banca Etica Mario Crosta, il primo relatore invitato a prendere la parole dal consigliere comunale Antonello Bernardi, coordinatore della prima parte del seminario. “La ricostruzione – ha continuato Crosta – non può procedere solo all’insegna della convenienza economica , la sostenibilità ambientale dovrà avere un ruolo centrale per garantire una qualità di vita duratura agli abitanti e per evitare future tragedie. Le azioni economiche che restano indifferenti alle conseguenze non economiche diventano boomerang, sia livello economico che a livello sociale. E’ ora che in Abruzzo – ma anche in Italia, a Washington, a Dubai e a Wall Strett –si comprenda che sostenibilità è sinonimo di efficienza e di profittevole rendimento economico”.
Sulla tema della sostenibilità è intervenuto anche il Direttore operativo GSE, Gerardo Monanino che ha spiegato“ In questa delicata fase di ricostruzione, è necessario stimolare le amministrazioni pubbliche e gli imprenditori affinché investano in tecnologie legate all’efficienza energetica e alle fonti rinnovabili, sfruttando anche le incentivazioni erogate dal GSE. In Abruzzo il GSE sta erogando incentivi in conto energia a 1.030 impianti fotovoltaici per un totale di 12,4 MW, a fronte di un totale nazionale di 56,285 impianti per circa 700 MW installati.”
Incentrato sull’efficienza energetica anche l’intervento di Andrea Masullo (Università di Camerino) che ha presentato le potenzialità della geotermia. “Il dramma del terremoto – ha sottolineato Masullo – crea la necessità di ricostruire non solo la città di pietra, ma anche la rete di relazioni con l’ambiente e la rete di relazioni sociali che fanno di un insieme di abitazioni una città e di un insieme di città una civiltà. Il primo passo è quello di conoscere cosa offre l’ambiente circostante e - secondo lo schema che in 14 miliardi di anni ci ha portato fin qui – ricavarne l’uso più efficiente possibile. L’utilizzo della geotermia ci porta a scoprire il territorio non solo come una piattaforma dove poggiare le opere umane, ma come una fonte di risorse e di opportunità. Più dell’80% del fabbisogno energetico domestico è calore a bassa temperatura per il riscaldamento degli ambienti e per la produzione di acqua calda; in una logica di efficienza, come quella che guida l’evoluzione da sempre, noi dovremmo cercare la sorgente di calore esterna a più elevata temperatura che, soprattutto in inverno, non è l’aria ma il terreno, la geotermia, ed innalzarne la temperatura fino al livello desiderato con il minor impiego possibile di energia. E’ quello che consentono di fare le pompe di calore geotermiche”.
La trattazione del cuore le seminario, cioè le relazioni tra ricostruzioni e macerie, è stata affidata al Direttore Responsabile di “Rinnovabili.it” Mauro Spagnolo e a Moreno Marolli (Centro Ambiente spa) che ha affrontato il tema riutilizzo degli inerti da demolizione presentando l’esempio dell’Umbria.
“Il grave problema dello smaltimento delle macerie– ha spiegato Spagnolo –impone, con urgenza, l’individuazione di soluzioni che possano garantire un approccio sostenibile al complesso processo della ricostruzione. Il riciclo come alternativa alla discarica di detriti edilizi presenta evidenti potenzialità non solo ambientali (risparmio energetico e risparmio della risorsa di estrazione in cava), ma anche di ordine sociale (difficoltà a reperire discariche nel territorio) e di ordine pubblico (allarme infiltrazioni malavitose nel settore degli smaltimenti). Il riciclo delle maceri, infatti, può avere interessanti ricadute sia perché riduce il fabbisogno di materie prime, sia perché, nel processo di riciclo, il bilancio energetico risulta particolarmente conveniente rispetto a quello di estrazione da cava. Le macerie, generalmente considerate un costo per lo smaltimento ed un problema ambientale per l’individuazione del sito, possono assumere un vero e proprio valore economico generato dal processo di riciclo e dalla disponibilità di materiale per nuove costruzioni altrimenti perso. Il processo di produzione dell’aggregato non presenta grandi difformità rispetto a quello necessario, tramite frantumazione, per l’ottenimento di inerti naturali da blocchi lapidei provenienti da attività estrattiva ed offre un notevole risparmio economico ed un beneficio ambientale, a parità di caratteristiche prestazionali del materiale. Operando un confronto, in termini di energia impiegata (energia inglobata) tra le lavorazioni necessarie al processo di recupero e riciclo del rifiuti edile e quelle legate alla produzione dello stesso materiale proveniente da attività estrattiva, è possibile dedurre che il consumo energetico necessario al riciclo è pari a circa un quarto rispetto a quello del prodotto estratto in cava. A L’Aquila attualmente, si trova un immenso giacimento di materiali edili a cielo aperto, giacimento che si trova esattamente nel luogo dove avverrà un imponente processo di ricostruzione. Tali concomitanze, unitamente alla maturità tecnologica del settore, ci porta ad affermare, senza timori, che siamo in presenza del potenziale “mercato dell’usato edile” più grande d’Europa. Un’opportunità che tutti gli attori della ricostruzione dovrebbero assolutamente cogliere, e in fretta.”
“L’attenzione al problema del riutilizzo di materiali inerti provenienti da demolizioni - ha aggiunto Marionni –ha permesso alla Regione Umbria varie iniziative impiantistiche volte alla soluzione dei problemi creati dal sisma del ’97, che ha comportato enormi problemi di trattamento degli inerti da demolizione che comunque, a causa delle esperienze pregresse, non ha trovato impreparata la nostra Comunità regionale. Nel 1998, a pochi mesi dal sisma, la Centro Ambienta Spa, società interamente controllata dalla V.U.S (Valle Umbra Servizi), d’intesa con la Regione Umbria, ha preso l’iniziativa di realizzare una piattaforma di cernita, selezione, trattamento e recupero dei rifiuti inerti provenienti dalle zone terremotate e ciò ha permesso di fornire un servizio certo ai comuni terremotati, eseguire con correttezza e sicurezza le operazioni di trattamento e recupero- la cui filiera inizia già a monte del conferimento nell’impianto - ed organizzare tutte le iniziative per il riutilizzo del materiale. In Italia la pratica del recupero dei rifiuti presenta ritardi rispetto alla realtà europea. Devono essere promosse politiche di sostegno che permettano la diffusione della pratica del recupero dei rifiuti inerti per scongiurare il proliferare di discariche abusive, superare la discarica come metodo di smaltimento. Allo stesso tempo è necessaria una politica di formazione ed informazione verso i progettisti, le stazioni appaltanti e le imprese utilizzatrici dei materiali; questo aspetto è fondamentale per consentire che un’attività creata per sopperire ad un’emergenza si trasformi, una volta superata, in un’opportunità concreta che contribuisca allo sviluppo sostenibile del territorio”
Il seminario si è concluso con un confronto, moderato da Mauro Spagnoli, tra i relatori, i decisori politici, gli ospiti istituzionali e le associazioni. Alla tavola rotonda sono stati invitati il Sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, l’assessore regionale, Daniela Stati, il Vicepresidente del Consiglio Regionale Giorgio De Matteis, la Presidente della Provincia Stefania Pezzopane, il Prefetto dell’Aquila Franco Gabrielli, il Vice presidente Commissione Ambiente, Territorio, Lavori Pubblici della Camera dei Deputati On. Salvatore Margiotta, la Presidente della Croce Rossa Abruzzo, Maria Teresa Letta, il Direttore Generale Cassa di Risparmio dell’Aquila, Rinaldo Tordera, il Presidente Nazionale Legambiente Vittorio Cogliati Dezza.
Gli ospiti istituzionali, fermo restante il rinvio all’analisi del quadro normativo, hanno espresso interesse nei confronti dei temi e degli spunti sollevati, inquadrandoli in maniera sostanzialmente positiva. In particolare Massimo Cialente ha sottolineato “Questa sera ho ascoltato testimonianze e spunti molto interessanti ed importanti. Il riciclo e riutilizzo delle macerie, oltre ad avere effetti positivi sull’ambiente, può essere un’ottima opportunità per le aziende che ci sono e che nasceranno nella città, e può quindi generare ottime opportunità lavorative. Mi auguro che siano in primis le aziende locali a beneficiare di questi vantaggi.”
Riguardo le associazione, il Presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza ha sottolineato “Risparmio è il concetto chiave per una ricostruzione rapida e sostenibile del territorio colpito dal sisma del 6 aprile - A partire dal suolo sottratto alla nuova cavazione e alla speculazione edilizia. E questo è anche il criterio che deve caratterizzare l’intera filiera del trattamento delle macerie, che vanno immediatamente rimosse per consentire la rinascita dei centri storici. Il territorio aquilano ha già pagato il suo dazio a cavatori e speculatori prima del sisma ora la ricostruzione non deve rappresentare il lasciapassare a un ricorso indiscriminato all’estrazione di inerti e alla ulteriore cementificazione. Alla solita risposta del consumo di suolo dobbiamo contrapporre la gestione sostenibile delle risorse e una progettazione attenta e partecipata, ma prima va superato il collo di bottiglia che impedisce di riavviare la macchina della ricostruzione: gli enti locali devono provvedere subito a individuare i siti di stoccaggio temporaneo per le macerie».
Legambiente, che con Libera e Provincia dell’Aquila ha attivato l’Osservatorio “Ricostruire pulito”, sta contribuendo al monitoraggio degli appalti e delle infiltrazioni malavitose, ma anche all’individuazione di buone pratiche eco-sostenibili per far ripartire il territorio puntando sulle rinnovabili, sull’efficienza energetica e sul riciclaggio degli inerti derivati dalle macerie.

Seguici su Newsletter o con i feed RSS: